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Federic Mazzocchi

Technical Hydraulic Expert - Water Engineer

Ogni anno l’Ora della Terra, evento internazionale ideato dal WWF nel 2007, spegne le luci di decine di migliaia di edifici, istituzionali e privati, palazzi storici e monumenti. Quest’anno l’appuntamento è fissato per il 26 marzo, dalle ore 20.30 alle 21.30.

 

L’iniziativa ferma il mondo intero per un’ora allo scopo di sensibilizzare sulla necessità di adottare uno stile di vita sano e a basso impatto ambientale. Il mezzo è una fra le più semplici azioni quotidiane, spegnere la luce, che ci porta a riflettere sul nostro impatto sull’ecosistema. La forza della manifestazione, infatti, non è tanto la riduzione dell’inquinamento luminoso, quanto la dimostrazione che si potrebbero ottenere risultati notevoli se ognuno facesse la sua piccola parte. Non solo singoli cittadini, ma anche istituzioni e imprese.

 

L’impronta dell’economia e dell’ingegneria

Fino al secolo scorso, l’industria guardava all’ambiente come oggetto da plasmare per realizzare i suoi scopi, senza rispettarlo. Solo in anni relativamente recenti abbiamo imparato a valutare le conseguenze di questo approccio e a ripensare al modello basato sul mero sfruttamento delle risorse naturali. Numerosi studi hanno rivelato la presenza di microplastiche e inquinanti nei cibi che consumiamo, l’eccessiva produzione di gas serra sta provocando pericolosi cambiamenti climatici e, puntualmente, intorno alla metà di ogni anno ci accorgiamo di aver già consumato le risorse naturali annuali a nostra disposizione.

Anche l’ingegneria ha contribuito a deturpare il pianeta, più che a salvarlo. Per piegare la natura ai nostri bisogni, abbiamo usato so stato dell’arte della tecnica per interventi invasivi come, ad esempio, canalizzazioni e deviazioni di corsi d’acqua o, ancora, disboscamenti per ottenere terreni sfruttabili per attività umane. Non sono poi mancati clamorosi casi di inquinamento e mancata gestione dei materiali di scarto, che hanno causato danni all’ambiente e all’uomo, i cui effetti si protrarranno ancora per moltissimi anni. L’aspetto positivo dell’aumentare dei disastri causati per mani umane, è che stiamo diventando collettivamente coscienti della necessità di un’inversione di rotta: i corsi d’acqua non vanno costretti in letti stretti e di cemento, e anzi, il loro letto naturale va protetto e assecondato; l’eccessivo disboscamento ha provocato in molte aree instabilità di pendio e dissesto idrogeologico, e per tale motivo va ridimensionato; i rifiuti seguono percorsi di differenziazione e riciclo, e quando appartengono a categorie speciali, di stoccaggio e smaltimento.

 

Reduce, Reuse, Recycle: le tre R dell’impatto zero

Ma quindi, come far fronte ad una popolazione mondiale in crescita, che necessita di sempre maggiori servizi?
L’approccio migliore è quello che utilizziamo anche nel team Water di Arcadis Italia: Reduce, Reuse & Recycle.

Ridurre. Le soluzioni di ingegneria che proponiamo devono sposare la filosofia del “less is more”: minore impiego di materiali e risorse, provenienti quanto più possibile da fonti sostenibili.

Riutilizzare. Tutte le costruzioni e gli interventi sono inquadrati in un contesto temporale più ampio, non solo a servizio della funzione d’uso presente ma in previsione di quelle future.

Riciclare. Grazie ad un’attenta progettazione, i materiali possono essere dirottati dalla discarica e indirizzati verso una seconda vita.

Le moderne tecnologie permettono il monitoraggio costante di asset e consumi e aiutano a gestire al meglio il circolo virtuoso delle risorse.

 

Gli esempi del settore Water

Le falde acquifere faticano a ricaricarsi a causa degli eccessivi emungimenti che l’uomo sta realizzando, con la conseguenza che sempre più aree risultano sotto stress idrico. Aziende e città affrontano rischi maggiori di anno in anno durante siccità o piogge torrenziali. Per questi motivi, offriamo servizi dedicati per gestire l’acqua meteorica e di processo.

In ambito industriale proponiamo ai nostri clienti servizi di Water Audit finalizzati ad un utilizzo ottimale della risorsa idrica: l’acqua meteorica può essere utilizzata, ad esempio, come acqua per l’irrigazione di aree verdi o per i sanitari, e le acque di scarto di certe lavorazioni possono tornare in testa all’impianto e rientrare a far parte del ciclo produttivo. Ottimizzando i processi e migliorando il monitoraggio delle reti, riduciamo lo spreco di acqua preziosa e moderiamo le richieste nelle diverse situazioni di stress.

In ambito urbano gestiamo le acque meteoriche adottando le cosiddette Best Management Practices, ovvero strategie per incentivare il naturale ciclo dell’acqua. La cementificazione porta infatti ad un disequilibrio, che deve essere gestito e limitato per evitare onde di piena sul territorio. Le nostre soluzioni sono sempre su misura per il luogo di intervento e propongono una combinazione di infiltrazione, cioè deflusso naturale attraverso il terreno, e di laminazione, ovvero accumulo temporaneo di acque in volumi dedicati. L’infiltrazione, in special modo, rappresenta il rimedio più virtuoso non solo perché limita il deflusso superficiale, ma anche perché ricarica le falde acquifere, permettendo in tal modo la possibilità di ottenere benefici su entrambi i fronti.

 

Uno sguardo al futuro

L’Ora della Terra non è una semplice ricorrenza che ci ricorda il nostro spreco di energia. È il momento per riflettere su quello che ognuno, al lavoro e nella vita privata, può fare per migliorare l’impatto umano sulla natura. Come possiamo ridurre i consumi? In che modo si possono ottimizzare le risorse? Quali scelte possiamo operare per utilizzare materiali e soluzioni rispettosi dell’ambiente? Queste domande ci accompagnano ogni giorno in Arcadis e ci auguriamo che diventino anche per i nostri clienti, le linee guida per lo sviluppo dei progetti di oggi e di domani.